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Earth Overshoot Day: il racconto di Lorenzo Damiani in 7 vasi

29 Agosto 2019

Earth Overshoot Day: il racconto di Lorenzo Damiani in 7 vasi

Il 29 luglio scorso la terra ha esaurito le risorse naturali che ogni anno mette a disposizione dell’umanità. L’Earth Overshoot Day deposita in spaventoso anticipo il bilancio della Pianeta S.p.a. L’organizzazione internazionale Global Footprint Network fotografa l’impronta lasciata dall’uomo. Un fallimento planetario conseguenza di una sovraspesa ecologica che sta compromettendo il futuro della sopravvivenza sul globo. In questa occasione, Lorenzo Damiani ripropone il suo progetto, dove la buona pratica da forma a un alert da tenere d’occhio.

Una forza che può essere osservata e misurata

L’Earth Overshoot Day non è una delle tante giornate mondiali, è un appuntamento che celebra la biocapacità. Il potere biologico di rigenerazione del pianeta. Una produttività primaria della natura fonte di vita, compresa quella umana. Una forza che può essere osservata e misurata mentre affrontiamo le sfide scoraggianti del cambiamento climatico e dei vincoli delle risorse. È un calcolatore che, dal 1971, segna la data in cui la richiesta di risorse e servizi ecologici in un anno supera quella che la terra può rigenerare nello stesso periodo di tempo. Spaventosamente in anticipo, il 29 luglio 2019 segna la data di un sempre più pericoloso superamento. Pur quanto allarmanti siano i segnali e perentori i messaggi, nella testa di Mathis Wackernagel, ambientalista svizzero fondatore di Global Footprint Network, alberga ancora oggi, una visione ottimistica per la gestione futura del budget ecologico.

Abbiamo solo una Terra: questo è il contesto che inquadra in denitiva l’esistenza umana. Non possiamo usare risorse pari a quelle di 1,75 pianeti Terra senza conseguenze distruttive “. Così afferma l’inventore della contabilità della terra e continua “Le aziende e i paesi che comprendono e gestiscono la realtà dell’operare in un contesto planetario sono in una posizione molto migliore per affrontare le sfide del 21° secolo”.

Un acceleratore di nuovi progetti

Pochi giorni prima dell’Earth Overshoot Day, il Global Footprint Network ha lanciato la versione beta della #MoveTheDate Solutions Map. Un invito planetario a sostenere soluzioni esistenti. A connettersi in base a posizioni geografiche e interessi. Un acceleratore di nuovi progetti. Una mappa delle soluzioni per integrare il calcolatore con quello della personale impronta ecologica.  L’ecosistema è esaurito. Dobbiamo spostare la data al 31 dicembre per tornare in equilibrio e stabilire una nuova ecocompatibilità. Cosa ci vuole? Tre gli ingredienti fondamentali per il cambiamento:

  • la capacità di immaginare una società che viva in modo sostenibile
  • la fiducia nella possibilità di trasformare il mondo che abitiamo
  • la deteminazione nel voler raggiungere l’obiettivo.

#MoveTheDate è il posto giusto per scoprire nuovi approcci efficaci. È il luogo di incontro per avviare conversazioni e far crescere relazioni con altri trasformatori di date.

Riassumendo

Riassumendo, l’Earth Overshoot Day del mese scorso ci mette in guardia ricordandoci che abbiamo esaurito le risorse naturali e che stiamo utilizzando la scorta che nostra madre Terra ha messo da parte per assicurarci il futuro. E ciò che sta accadendo nelle ultime settimane sul pianeta riduce ulteriormente le speranze. Le immagini inviate da Luca Parmitano dalla Stazione Spaziale Internazionale, sono un colpo al cuore.

Cosa c’entra tutto ciò con il design

Vi chiedete cosa c’entra tutto ciò con il design? Il sistema con la d maiuscola rientra a pieno titolo nell’attuale dibattito che cerca di definire ruoli per la salvezza del mondo. Come non essere d’accordo, migliorare la qualità della vita non può prescindere dalla salvaguardia di un habitat che la ospita. E dal momento che il progetto realizzato produce impatto sull’ambiente, è doveroso considerare nuove strade per ridurlo il più possibile. Tra designer che pensano alla rivoluzione, quelli che ormai disdegnano gli oggetti perche non fa più figo, quelli che pensano a progettare nuove abitudini e stili di vita c’è anche chi più semplicemente coglie l’occasione per ricordarci qualcosa. Earth Overshoot Day Collection di Lorenzo Damiani non è certo una novità. Una collezione realizzata in collaborazione con Mobilitaly e selezionata da Beppe Finessi per la mostra Geografie al Museo Poldi Pezzoli durante il Fuorisalone del 2015. Lui la pubblica nuovamente sul suo profilo Facebook e io lo chiamo.

Mi sono rifatto a una serie di studi condotti dal Global Footprint Network e ho messo a fuoco delle date. L’anno successivo ho scoperto che alcuni paramentri che definiscono l’Earth Overshoot Day, erano stati ricalcolati. Sicuramente per condizioni repentine e imprevedibili. Ne ho comunque individuate 7, dal 1986 al 2045” mi racconta Lorenzo, “volevo andare oltre la forma e la funzione cercando di trasformare l’intangibilità di uno studio in qualcosa di materiale. Le date non fanno riflettere a lungo“.

Earth overshoot day collection di lorenzo damiani

Il risultato del consumo di beni naturali che la terra non può rigenerare

Il progetto Earth Overshoot Day Collection permette di visualizzare le conseguenze del comportamento dell’uomo. Traccia la linea sotto la quale si trova il risultato del consumo di beni naturali che la terra non può rigenerare. Il taglio delle foreste che sono indispensabili per riossigenare l’aria che respiriamo, la pesca di specie a rischio di estinzione e il continuo prelievo di acqua da fonti che non si ricaricano. Lorenzo Damiani prende in considerazione date precise: 1986, 1995, 2005, 2015, 2025, 2035 e 2045. Passato, presente e proiezioni future. Una sorta di previsione di quello che potrà accadere se il nostro modo di rapportarci con il pianeta non cambierà. Pensa a 7 vasi alti 365 millimetri. Un millimetro per ogni giorno dell’anno per intercettare le date definite dai ricercatori.

Dalla fase di ideazione, allo studio alla realizzazione.

Le immagini realizzate da Andrea Basile mostrano l’intero processo. Dalla fase di ideazione, allo studio, alla realizzazione. I vasi vengono realizzati utilizzando scarti di trancia di cedro del libano che, altrimenti, verrebbero utilizzati per lavorazioni meno nobili. Ogni elemento della Earth Overshoot Day Collection, viene creato con l’utilizzo di frese a controllo numerico. Successivamente, vengono ribassate le terre emerse dei continenti attraverso un intaglio manuale. Terminate queste prime lavorazioni si ottiene il primo vaso corrispondente all’anno 1986. Attraverso un procedimento di tornitura manuale, viene asportata la quantità di superficie terrestre necessaria al raggiungimento deI riferimenti temporali successivi.

Ho scelto di completare l’opera attraverso fasi di lavorazione manuale, per rafforzare il messaggio. In effetti la nostra terra si sta consumando per mano dell’uomo“.

A questo punto mi pongo una domanda: i 7 vasi di Lorenzo Damiani sarranno un giorno prodotti e commercializzati o rimarranno solo un bel progetto per riflettere? In effetti al di là dell’aspetto estetico, della forma e della funzione, l’impatto di un messaggio così chiaro e forte potrebbe avere un impatto negativo e alimentare un senso di angoscia. Io invece penso che sarebbe un utile memorandum, perchè non è certo ignorando il male che lo si scongiura.