interview

Favaretto & Partners: il 2020 oltre i confini della sedia

23 Ottobre 2019

Favaretto & Partners: il 2020 oltre i confini della sedia

Nel 2020 non disegneremo più sedute” riporta queste parole il titolo di una recente comunicazione di Favaretto & Partners. Ha il sapore di un adagio, quasi di un mantra, l’annuncio diffuso dallo studio di disegno industriale fondato nel 1973 a Padova da Paolo Favaretto. Nell’anno sabbatico, che allontana temporaneamente dall’oggetto che ne ha decretato il successo attraverso i decenni, spazio all’esplorazione di territori sconosciuti. Ho voluto parlare un po’ con Francesco. In azienda rappresenta la seconda generazione.

Cambia il mercato, si riducono gli investimenti, si lotta contro l’appiattimento culturale

Francesco Favaretto, entra in azienda sul finire degli anni 10. Pragmatico, con i piedi per terra, coraggioso. Trasforma lo studio fondato nel 1973 dal padre Paolo in un concentrato di competenze e maestranze complementari. A chi lo ritiene un figlio d’arte risponde con i fatti, sporcandosi le mani. Pensa, sperimenta, progetta e coordina un team polivalente. Un designer a tutti gli effetti. Lavora ogni giorno, fianco a fianco con il padre. La sua visione aggiorna abitudini consolidate nel tempo con la consapevolezza che qualcosa è cambiato. Cambia il mercato, si riducono gli investimenti, si lotta contro l’appiattimento culturale.

Ci sono più sedie che culi

Non si contano più gli anni da che Bruno Munari sosteneva “Ci sono più sedie che culi” eppure continuano ad essere progettate:

Tra i desideri del designer c’è sempre quello di progettare una sedia. Rappresenta la volontà di mettersi alla prova con un oggetto complicato. Allo stesso tempo relativamente facile da produrre e riprodurre industrialmente. Grandi volumi e, non nascondiamoci, grandi royalties“.

L’esperienza di Favaretto & Partners è declinata su ogni ambito del design industriale. Oggetti, apparecchi, complementi e arredi per la casa e una spiccata propensione verso l’ufficio e i sistemi per la collettività. Da sempre è sostenitrice dei principi di Design for All per garantire massima accessibilità a una grande utenza trasversale. Nonostante questo l’azienda padovana è riconosciuta come studio specializzato nella progettazione e produzione di sedute.

per me una cosa naturale, mio padre le ha sempre fatte! Ad oggi ne contiamo oltre 300. 26 i progetti che stiamo per presentare in tutto il mondo. Su 23 ci si può sedere”. Oggi il design vive le tendenze effimere del fashion, la sedia è la prima a risentire di questo aspetto. Cambia la moda, arrivano nuove sedie. Per questo il suo ciclo di vita si è ridotto, soprattutto nel contract”.

Pensare bene il progetto per l’industria

La sedia è stata oramai inventata, cos’altro aggiungere? Favaretto sembra invece togliere. Funzione e forma mai come in questo caso risultano inutili chiacchiere. E lo scervellarsi per rivoluzionarie abitudini del sedersi, una dialettica infruttuosa.

“In questi anni ci siamo impegnati per ridurre. L’impiego di materiali differenti, gli imballi, gli ingombri. Abbiamo considerato trasporti, dazi e fruizione degli spazi. In sintesi, è una riflessione costante che ci accompagna da sempre. Pensare bene il progetto per l’industria. L’esempio è Agorà, progettata da mio padre nel 1973 e ancora oggi in produzione.

Una catena produttiva che non si è mai interrotta

Riduttivo per Favaretto & Partners definirla seduuta. Agorà è un vero e proprio programma destinato alla collettività. La sua longevità evdenzia i connotati salienti della sostenibilità. Un progetto che ancora oggi non ha bisogno di storytelling per essere compreso. Rappresenta ancora oggi una catena produttiva che non si è mai interrotta.

A proposito di sostenibilità

E a proposito di sostenibilità Francesco Favaretto racconta di Tondina e della sua idea di futuro del design.

“pensare sempre a nuovi progetti, prodotti per essere consumati velocemente, toglie respiro e riduce il ciclo di vita a quelli precedenti. Rieditare significa dare una nuova occasione. Inutile girarci in giro la creatività non viene ogni giorno. La cultura è importante, così come l’aggiornamento e la formazione. Attenzione però a non diventare tutti scienziati e filosofi. Mai perdere di vista fattibilità e contesto. 

Il riciclo deve essere simpatico per l’ambiente

Appartiene a un’ampia fammiglia di sedute. Progettata nel 2014, Tondina mixa contemporaneità a stile retrò con riferimenti al design scandinavo. Linee decise e finiture semplici. Tubo metallico e polipropilene. Due anni dopo, nel 2016, è stata riproposta da Infiniti con sedile e schienale in plastica riciclata al 100%.

“per un progettista è importante trovare aziende eco compatibili, gli investimenti per passare da modelli lineari a circolari sono considereveoli. Sono contento quando vedo i grandi brand impegnarsi nel cambiamento. Spesso però è difficile attuare lo switch mentale. Si pensa che un oggetto o un prodotto realizzato con materiali riciclati perda in appealing. La bellezza si trova anche nella valorizzazione delle imperfezioni. Non credo si debba essere sempre dei top model, spesso basta essere simpatici. Ecco il riciclo deve essere simpatico per l’ambiente.

 

È ora di chair-detox 

Sembra quasi fisiologico, naturale. Dopo tutto questo si rende necessaria una nuova e coraggiosa azione. Favaretto dice stop, è ora di chair-detox. Almeno per un anno basta sedie! Essere fuori dal coro è nel DNA dell’azienda. Osservano i movimenti socio culturali, dal Design Radicale a quelli attuali targati G. I temi che attraverso i secoli hanno fatto e fanno discutere sono da sempre nel motore del loro fare, sin dalle origini dell’azienda. Sono il motivo di scelte consapevoli e posizioni chiare. Avanti con determinazione, sempre. E quando tutti continuano a pensare ad una nuova sedia, iniziano a riflettere.

L’astrattismo di certe idee sta facendo perdere il valore di un mestiere, soprattutto in Italia. Sarà per questo motivo che stiamo crescendo sempre di più a livello internazionale. Sentiamo il bisogno di indagare nuovi universi e tutto quello che non serva a rallegrare le terga. Siamo progettisti a 360° e questo non ci spaventa. Una cosa è certa, il nostro futuro sarà innovazione”.