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XXII Triennale: Broken Nature, il legame è compromesso ora tocca a noi

2 Marzo 2019

XXII Triennale: Broken Nature, il legame è compromesso ora tocca a noi

Rimarrà aperta fino al primo di settembre la XXII Triennale dal titolo Broken Nature, Design Takes on Human Survival. Il legame compromesso tra essere umano e natura ci obbliga a veloci riflessioni e nuovi approcci. Il Design Ricostituente la chiave per una progettualità che entri nella vita quotidiana dell’individuo. Un racconto di buone pratiche attraverso aree tematiche, mostre, installazioni e simposi. 22 i partner internazionali.

Siamo arrivati al dunque. Se anche solo si sfiora l’argomento estinzione totale, non è più tempo per le domande. Meglio trovare risposte e immediate soluzioni. L’abbiamo fatta grossa e la XXII Triennale non poteva mancare l’appuntamento con la contemporaneità. Il suo Presidente, Stefano Boeri, si pone l’interrogativo come possiamo restituire alla sfera naturale quanto le è stato sottratto? Paola Antonelli dal MoMA di New York risponde con Broken Nature, Design Takes on Human Survival. Un’indagine all’interno dei sistemi complessi, multispecie e interconnessi, nei quali viviamo. Ora tocca a noi conoscere, capire e praticare. Il mantra è Ricostituente!

Ricucire lo strappo nel legame tra essere umano e natura.

Dopo mesi di conferenze e dibattiti in previsione della XXII Triennale, sembrava tutto un po’ troppo concettuale. Broken Nature, in realtà racconta di misure concrete per ispirare quella corretta attitudine necessaria a ricucire lo strappo nel legame tra essere umano e natura. La mostra tematica presenta 4 lavori realizzati per l’occasione Ore Streams di Formafantasma, Totems di Neri Oxman, Birdsong di Sigil Collective e The Room of Change di Accurat. Da questi partono le idee creative per salvare il mondo dall’autodistruzione. I designer devono rendersi conto che la loro pratica è a lungo termine. Noi, in relazione complicata con l’ambiente, dobbiamo rimettere in discussione un modo di pensare per troppo tempo forgiato su slogan propagandistici.

Progettualità come catalizzatore di ravvedimenti comportamentali

Circa 1OO progetti tra architetture, oggetti e installazioni di arte ricostituente. Pietre miliari e nuovi, esaltano l’affermazione del design di forte impatto sulla società. Alla XXII Triennale troviamo Paola Bay, Armando Bruno, Dominique Chen al fianco di Pettie Petzer, Johan Jonker, Elemental, Martino Gamper e Zach Lieberman. Stesso spazio, stesso linguaggio a rafforzare il potenziale della progettualità come catalizzatore di ravvedimenti comportamentali.

La bellezza del regno animale

Grandi animali suonano la natura. The Great Animal Orchestra è un’altra delle installazioni di Broken Nature alla XXII Triennale. Non è un designer, l’ideatore è un musicista esperto di bio-acustica. Bernie Krause si confronta con il collettivo inglese United Visual Artist. E decidono che saranno i suoni della natura a rispolverare la bellezza del regno animale, da preservare.

Guardare alle piante non solo per ciò che offrono, ma anche per ciò che insegnano

Con Stefano Mancuso si entra nella divulgazione scientifica La Nazione delle Piante è la sua mostra nella mostra. Da Broken Nature alla XXII Triennale il monito: per evitare all’umanità un futuro catastrofico, si deve guardare alle piante non solo per ciò che offrono, ma anche per ciò che insegnano. Le uniche a sopravvivere, forse, alla specie. Loro hanno trovato soluzioni efficienti e non predatorie per vivere in un eco-stistema. Un immaginario affascinante e spettacolare si svela in un percorso immersivo curato con la supervisione artistica di Marco Balich. Cinque capitoli per comprendere che il nostro mondo è dominato dalle piante. Sentono, memorizzano e comunicano. Organismi intelligenti a tutti gli effetti.

22 partecipazioni internazionali

XXII Triennale accoglie per Broken Nature, 22 partecipazioni internazionali. Temi, prospettive, contesti e provenienze differenti offrono ognuna una visione che sottolinea la complessità delle diverse tradizioni culturali. Nei padiglioni la testimonianza di ogni paese.

All’interno: Storie e competenze locali. Tecnologie incaricate di monitorare e riparare. La protezione delle barriere ecologiche. La Coscienza ambientale nascosta nel design. Volti e gesti in dialogo con la natura. Azioni in vista di una società equa e sostenibile. Cibo per la mente dei designer del futuro. Le contraddizioni sistemiche dell’Antropocene. Gli spazi che la natura si riprende. Uno scenario interattivo generato da esperimenti e passione. Il significato dell’albero del cedro. Una catastrofe ambientale imminente. L’albero di bambù e il suono delle campanelle. Il design come problema e soluzione. Un organismo con un potenziale di coesistenza simbiotica. Un’indagine nelle zone reduci da un conflitto. Una storia universale di potere, risorse minerarie, uomo e tecnologia. Un intervento umano pesantissimo. Le pratiche di un designer naturale. Chi sa come usare il sole e la pioggia. La Bio-fabbricazione, l’economia circolare e la bio-mimesi. Lo spirito dei luoghi in forme contemporanee.

Vi dico cosa ma non dove, lo scoprirete solo visitando.

Un discorso lungo decenni

Non si esce sazi, ma Broken Nature, Design Takes on Human Survival. alla XXII Triennale offre più di un’indigestione di contenuti e metri quadri da macinare. Tira le fila di un discorso lungo decenni. In chiaro, senza troppe mediazioni; o si fa o si muore. E chissà se la prossima edizione dovrà affrontare una denuncia ancora più circostanziata rispondendo alla domanda: quanto tempo ci resta?

Cosa c’è da vedere

Per riassumere cosa c’è da vedere nell’edizione di quest’anno, riflessioni, ispirazioni e risposte passo dopo passo attraverso: una mostra tematica, una mostra nella mostra in 5 capitoli, 4 opere, 100 progetti, un’installazione e 22 padiglioni. Ma anche un calendario di simposi pubblci durante i sei mesi di esposizione.

Il programma e tutte le informazioni, sulla piattaforma dedicata e sul sito di Triennale Milano.